Area dell'identificazione
Tipologia del soggetto produttore
Ente
Forma/e autorizzata/e del nome
Confraternita della Morte di Osimo
Forme parallele del nome
Forme del nome normalizzate secondo altre regole
Altre forme del nome
- Confraternita di San Giovanni Decollato di Osimo
Codici identificativi di enti
Area della descrizione
Date di esistenza
1564 - sec. XX
Storia
Nell'introduzione al primo statuto della Confraternita della morte di Osimo, risalente al 1564, si apprendono le finalità e gli scopi del pio sodalizio, leggendosi: "... molti devoti cristiani, quali per umiltà non voglion esser nominati, in questa nostra città di Osimo per dar mangiare a' Cristo negli affamati, per dargli da bere negl'assetati, vestirlo negl'ignudi, raccoglierlo nelli pellegrini, visitarlo negl'infermi, ricuperarlo nei prigioni e seppellirlo nei morti, lasciando addietro gl'imabitiosi et incerti homini, le corruttibili ricchezze et il transitorio fumo della fama, ispirati dalla misericordia di Dio, hanno dato principio ad una divota congregazione de fratelli chiamata la compagnia della Morte, le di cui operationi saranno tutte di carità verso i poveri, come vedere si può negl'infrascritti capitoli, ordini e regole da osservarsi da tutti quelli che vorranno incorporarsi in essa compagnia."
Questo testo statutario, giuntoci in copia risalente al XVIII secolo, è suddiviso in 36 capitoli, con aggiunte ed addizioni successive fino all'anno 1567. Al 29 marzo 1606 risale la bolla di aggregazione all'Arciconfraternita della morte di Roma. Nel 1620, pochi anni dopo la suddetta aggregazione, venne stilato un nuovo e più snello testo statutario, suddiviso in XVII capi e titolato "Ordini da osservarsi perpetuamente nella compagnia della Morte eretta in Osimo per il suffragio delle anime de suoi rescritti … quest'anno 1620", che rimase in vigore fino al 1780. A questo anno risale la redazione di un nuovo regolamento, strutturato in XVIII capitoli, nel cui "Proemio" si esplicita: "Ebbero i nostri maggiori fin dall'anno 1564 il lodevole zelo di fondare la venerabile confraternita della Morte nella chiesa, allora parrocchiale, di Santa Maria di Piazza e a tal effetto, coll'approvazione della buona memoria di monsignor Bernardino De Cuppis, si formarono alcune costituzioni dirette al buon regolamento de' confratelli e del divoto istituto. Ma perché alcuni di detti stabilimenti sono stati considerati meno confacevoli alle circostanze del tempo presente e perché si è riconosciuto esser di più mancante le dette antiche regole di alcune leggi e provvisioni necessarie al buon ordine e governo della pia adunanza a che per ottenere un fine si salutare ed importante, si è pensato, sulla scorta degli statuti della venerabile archiconfraternita della Morte di Roma (alle quale la nostra fu aggregata l'anno 1626) di formare questa nuova regola, la quale dovrà inviolabilmente osservarsi da tutti gli uffiziali e fratelli acciocché non resti defraudata sì religiosa istituzione di quel frutto che deve sperarsene e si corrispondi inoltre alla premura dell'eminentissimo e reverendissimo cardinale Guido Calcagnini, nostro vescovo, che per comune vantaggio si è degnato con pastoral sollecitudine di cooperare alla compilazione de' prescritti statuti, da lui con espresso decreto approvati."Dal proemio del successivo statuto, risalente all'anno 1894, suddiviso in 9 capi a loro volta articolati in 40 articoli, viene esplicitata l'ulteriore titolazione data al pio sodalizio osimano leggendosi: "L'istituzione della confraternita di San Giovanni Decollato, detta comunemente della Morte, rimonta all'anno 1564 ed è aggregata alla venerabile archiconfraternita della Morte di Roma. Prima monsignor Bernardino de Cuppis e poi l'eminentissimo cardinale Guido Calcagnini compilarono opportuni statuti per il buon andamento della medesima. Ma, coi nuovi tempi, alcuni di questi statuti essendo diventati inutili o poco rispondenti al bisogno, si è sentita la necessità di compilare un altro regolamento, onde ogni fratello sappia ciò che deve fare per adempiere esattamente al proprio ufficio." All'anno 1937 risale, infine, la redazione dell'ultimo testo statutario, suddiviso in XII capitoli a loro volta strutturati in 52 articoli. Ancora nel "Proemio" viene giustificato il motivo di questo nuovo ed ultimo regolamento, scrivendosi: "Ancora una volta questa venerabile confraternita vede ritoccati i suoi statuti, compilati già dal vescovo De Cuppis (1551-1574), riveduti dall'eminentissimo cardinale Calcagnini (1776-1807), aggiornati dall'eminentissimo cardinale Mauri (1888-1894). ... Dall'ultima modifica gli anni trascorsi non sono molti, ma molte le vicende che hanno profondamente modificato il civile consorzio. D'atra parte il regolamento del 1894 era eccessivamente breve, donde frequenti le divergenze di interpretazione, le introduzioni di consuetudini meno rette. Di più, la celebrazione del Concilio Plenario Piceno, tenutosi in Loreto nel1928 e le precise disposizioni in materia contenute nella parte 1°, capo IV, rendono più necessari e più urgenti i ritocchi. Il presente statuto, stilato sulla traccia data dal Concilio su citato, accoglie la maggior parte de voti espressi dai confratelli in questo ultimo decennio ed è stato, articolo per articolo, dagli stessi discusso e approvato. L'approvazione integrale data dal superiore è lusinghiera testimonianza della loro rettitudine, mentre attribuisce legittimità alle disposizioni e solennità alle sanzioni relative. Tuttociò fa sperare che sia da tutti sempre meglio e sempre più amorosamente osservato." Nell'opera "Storia di Osimo" del Grillantini, l'autore scrisse: "La confraternita della Morte era una delle più antiche e - da un certo punto di vista - delle più benemerite. Fu istituita, si, per accompagnare dalla casa alla chiesa (dove allora avveniva sempre la sepoltura) le salme di quanti morivano in città. Ma più propriamente - specie nei primi tempi - si era assunto il generoso e umanitario compito di assistere alle ultime ore i condannati a morte, di dar poi pia sepoltura a quelle povere salme. Perché occorre sapere che il nostro comune godeva già fino dal tempo in cui si era proclamato libero comune (inizi del XII secolo) del diritto di vita e di morte sui propri sudditi; e perciò non erano infrequenti le condanne alla pena capitale che si eseguivano fuori città, in prossimità dell'area dove era poi sorta la chiesa della Misericordia. … E, appunto perché uno dei modi con cui si subiva l'ultimo supplizio era quello della decapitazione, la confraternita aveva eletto suo patrono san Giovanni Decollato … Un particolare non trascurabile, riguardo a questa confraternita, era che i suoi iscritti appartenevano per la più gran parte alla nobiltà … e forse deve attribuirsi anche a ciò … l'uso di indossare il sacco nero e di coprirsi il volto con il classico cappuccio. ... Nel 1405 questa confraternita risulta avere la sua sede nella scomparsa chiesa di Santa Maria del Mercato (attuale piazza Boccolino); demolita questa chiesa sulla fine del 1500, fu, a spese della confraternita stessa eretta, poco lontano, la chiesa detta, proprio della Morte. Abbattuta questa nel 1866 per dar luogo alle attuali logge, la confraternita di San Giovanni Decollato passò a officiare la chiesa di San Silvestro, dove poté durare fino alla estinzione definitiva, avvenuta poco prima del secondo conflitto mondiale."
Questo testo statutario, giuntoci in copia risalente al XVIII secolo, è suddiviso in 36 capitoli, con aggiunte ed addizioni successive fino all'anno 1567. Al 29 marzo 1606 risale la bolla di aggregazione all'Arciconfraternita della morte di Roma. Nel 1620, pochi anni dopo la suddetta aggregazione, venne stilato un nuovo e più snello testo statutario, suddiviso in XVII capi e titolato "Ordini da osservarsi perpetuamente nella compagnia della Morte eretta in Osimo per il suffragio delle anime de suoi rescritti … quest'anno 1620", che rimase in vigore fino al 1780. A questo anno risale la redazione di un nuovo regolamento, strutturato in XVIII capitoli, nel cui "Proemio" si esplicita: "Ebbero i nostri maggiori fin dall'anno 1564 il lodevole zelo di fondare la venerabile confraternita della Morte nella chiesa, allora parrocchiale, di Santa Maria di Piazza e a tal effetto, coll'approvazione della buona memoria di monsignor Bernardino De Cuppis, si formarono alcune costituzioni dirette al buon regolamento de' confratelli e del divoto istituto. Ma perché alcuni di detti stabilimenti sono stati considerati meno confacevoli alle circostanze del tempo presente e perché si è riconosciuto esser di più mancante le dette antiche regole di alcune leggi e provvisioni necessarie al buon ordine e governo della pia adunanza a che per ottenere un fine si salutare ed importante, si è pensato, sulla scorta degli statuti della venerabile archiconfraternita della Morte di Roma (alle quale la nostra fu aggregata l'anno 1626) di formare questa nuova regola, la quale dovrà inviolabilmente osservarsi da tutti gli uffiziali e fratelli acciocché non resti defraudata sì religiosa istituzione di quel frutto che deve sperarsene e si corrispondi inoltre alla premura dell'eminentissimo e reverendissimo cardinale Guido Calcagnini, nostro vescovo, che per comune vantaggio si è degnato con pastoral sollecitudine di cooperare alla compilazione de' prescritti statuti, da lui con espresso decreto approvati."Dal proemio del successivo statuto, risalente all'anno 1894, suddiviso in 9 capi a loro volta articolati in 40 articoli, viene esplicitata l'ulteriore titolazione data al pio sodalizio osimano leggendosi: "L'istituzione della confraternita di San Giovanni Decollato, detta comunemente della Morte, rimonta all'anno 1564 ed è aggregata alla venerabile archiconfraternita della Morte di Roma. Prima monsignor Bernardino de Cuppis e poi l'eminentissimo cardinale Guido Calcagnini compilarono opportuni statuti per il buon andamento della medesima. Ma, coi nuovi tempi, alcuni di questi statuti essendo diventati inutili o poco rispondenti al bisogno, si è sentita la necessità di compilare un altro regolamento, onde ogni fratello sappia ciò che deve fare per adempiere esattamente al proprio ufficio." All'anno 1937 risale, infine, la redazione dell'ultimo testo statutario, suddiviso in XII capitoli a loro volta strutturati in 52 articoli. Ancora nel "Proemio" viene giustificato il motivo di questo nuovo ed ultimo regolamento, scrivendosi: "Ancora una volta questa venerabile confraternita vede ritoccati i suoi statuti, compilati già dal vescovo De Cuppis (1551-1574), riveduti dall'eminentissimo cardinale Calcagnini (1776-1807), aggiornati dall'eminentissimo cardinale Mauri (1888-1894). ... Dall'ultima modifica gli anni trascorsi non sono molti, ma molte le vicende che hanno profondamente modificato il civile consorzio. D'atra parte il regolamento del 1894 era eccessivamente breve, donde frequenti le divergenze di interpretazione, le introduzioni di consuetudini meno rette. Di più, la celebrazione del Concilio Plenario Piceno, tenutosi in Loreto nel1928 e le precise disposizioni in materia contenute nella parte 1°, capo IV, rendono più necessari e più urgenti i ritocchi. Il presente statuto, stilato sulla traccia data dal Concilio su citato, accoglie la maggior parte de voti espressi dai confratelli in questo ultimo decennio ed è stato, articolo per articolo, dagli stessi discusso e approvato. L'approvazione integrale data dal superiore è lusinghiera testimonianza della loro rettitudine, mentre attribuisce legittimità alle disposizioni e solennità alle sanzioni relative. Tuttociò fa sperare che sia da tutti sempre meglio e sempre più amorosamente osservato." Nell'opera "Storia di Osimo" del Grillantini, l'autore scrisse: "La confraternita della Morte era una delle più antiche e - da un certo punto di vista - delle più benemerite. Fu istituita, si, per accompagnare dalla casa alla chiesa (dove allora avveniva sempre la sepoltura) le salme di quanti morivano in città. Ma più propriamente - specie nei primi tempi - si era assunto il generoso e umanitario compito di assistere alle ultime ore i condannati a morte, di dar poi pia sepoltura a quelle povere salme. Perché occorre sapere che il nostro comune godeva già fino dal tempo in cui si era proclamato libero comune (inizi del XII secolo) del diritto di vita e di morte sui propri sudditi; e perciò non erano infrequenti le condanne alla pena capitale che si eseguivano fuori città, in prossimità dell'area dove era poi sorta la chiesa della Misericordia. … E, appunto perché uno dei modi con cui si subiva l'ultimo supplizio era quello della decapitazione, la confraternita aveva eletto suo patrono san Giovanni Decollato … Un particolare non trascurabile, riguardo a questa confraternita, era che i suoi iscritti appartenevano per la più gran parte alla nobiltà … e forse deve attribuirsi anche a ciò … l'uso di indossare il sacco nero e di coprirsi il volto con il classico cappuccio. ... Nel 1405 questa confraternita risulta avere la sua sede nella scomparsa chiesa di Santa Maria del Mercato (attuale piazza Boccolino); demolita questa chiesa sulla fine del 1500, fu, a spese della confraternita stessa eretta, poco lontano, la chiesa detta, proprio della Morte. Abbattuta questa nel 1866 per dar luogo alle attuali logge, la confraternita di San Giovanni Decollato passò a officiare la chiesa di San Silvestro, dove poté durare fino alla estinzione definitiva, avvenuta poco prima del secondo conflitto mondiale."
Luoghi
Condizione giuridica
Funzioni, occupazioni e attività
Mandato/Fonti normative
Struttura amministrativa/Genealogia
Contesto generale
Area delle relazioni
Area dei punti di accesso
Occupazioni
Area di controllo
Codice identificativo del record d’autorità
IT-IC-CM2
Codici identificativi delle istituzioni responsabili
Norme e/o convenzioni
- Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità.
- Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione.
Grado di elaborazione
Finale
Livello di completezza
Intermedio
Data/e della descrizione
Lingua/e
Scrittura/e
Fonti
C. GRILLANTINI, "Storia di Osimo", Osimo, Fondazione Don Carlo, 2006.
Siusa, "Confraternita della morte di Osimo", M. BONIFAZI, 2016/12/02, prima redazione; R. SANTOLAMAZZA, 2017/04/10, supervisione della scheda.
L. EGIDI, "Il palazzo e l'istituto Campana", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 2013.
Siusa, "Confraternita della morte di Osimo", M. BONIFAZI, 2016/12/02, prima redazione; R. SANTOLAMAZZA, 2017/04/10, supervisione della scheda.
L. EGIDI, "Il palazzo e l'istituto Campana", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 2013.
Note sulla compilazione
Creazione: Massimo Bonifazi 18 maggio 2018.
Compilazione: Massimo Bonifazi 18 maggio 2018.
Compilazione: Massimo Bonifazi 18 maggio 2018.