Area dell'identificazione
Tipologia del soggetto produttore
Famiglia
Forma/e autorizzata/e del nome
Campana
Forme parallele del nome
Forme del nome normalizzate secondo altre regole
Altre forme del nome
Codici identificativi di enti
Area della descrizione
Date di esistenza
XV sec. - 1698
Storia
Nel centro storico di Osimo, in corrispondenza di piazza Dante, si affaccia l'imponente palazzo Campana. L’edificio prende il nome dalla nobile famiglia osimana dei Campana, famosa per gli uomini di gran valore che da questa provennero. Per capostipite, almeno da quanto è possibile evincere dal seicentesco albero genealogico della famiglia, sembra aver avuto un certo Feltronino, che probabilmente visse agli inizi del XV secolo. Tuttavia il primo membro della famiglia di cui si ha certa notizia fu il di lui figlio Uguccino di Feltronino de Campaneschis (Uguccino di Feltonino dei Campaneschi), ricordato quale gonfaloniere della città di Osimo nel libro delle Riformanze comunali dell'anno 1457. Lo storico locale Aurelio Guarnieri, autore di numerose genealogie osimane, sostenne essere stato questi il capostipite di questa casata, la quale occupò, per oltre due secoli, un ruolo rilevante all’interno del tessuto politico, culturale e sociale osimano.
Nel corso del XVI secolo si distinsero, soprattutto, nel campo della letteratura e della cultura grazie ai fratelli Cino e Fabrizio. Il primo, aggregato all’Accademia dei Catenati di Macerata, venne nominato avvocato concistoriale da papa Sisto V e successivamente innalzato a lettore presso la pontificia Università di Roma. Si contraddistinse come “principe degli interpreti, capace di spiegare i testi con ammirevole sottigliezza non disgiunta da limpida esposizione”, mediante, anche, la pubblicazione di alcune celebri opere tra cui: "In laudem Pauli IV" ed "Homeliae seu sermones tres ed Oratio in laudem sancti Hyacinthi". Alla penna del fratello Fabrizio, definito dallo storico Luigi Martorelli, “gentiluomo di molta erudizione”, si ricorda il trattato "De la vita civile overo del senno libri dieci". Dall’anno 1619 fino all’anno 1623, Fabrizio compare tra gli ospiti contribuenti del locale Seminario Vescovile.
Nel corso del XVII secolo la famiglia Campana fu, invece, rappresentata ai maggiori livelli dai militi cavalieri Federico e dal nipote Muzio. Proprio a questi due personaggi, insieme a Stefano (fratello di Federico e padre di Muzio) e Scipione (figlio di Stefano e fratello di Muzio) sono principalmente dedicate le residuali carte dell'archivio della famiglia Campana. In alcuni documenti viene citata anche la sorella di Muzio e Scipione, Olimpia, andata in sposa al conte Orazio Guarnieri di Osimo.
Federico Campana, dopo aver prestato servizio per i reali di Spagna in Germania e nelle Fiandre, fu nominato commissario della cavalleria pontificia per le legazioni della Romagna, finendo la propria carriera militare con il grado di vice castellano della fortezza di Ancona. Nel proprio testamento, rogato dal notaio Annibale Rampa di Sant’Arcangelo il 20 luglio 1643, stabilì, qualora l’asse mascolino ed ereditario della famiglia si fosse estinto, di devolvere tutti i suoi ingenti beni in favore della compagnia della Morte di Osimo, canonicamente eretta presso la chiesa osimana di Santa Maria di Piazza, con la precisa finalità di fondare e mantenere, in città, un nuovo monastero di Cappuccine con almeno quindici religiose. Tale clausola venne confermata anche nel successivo testamento del nipote Muzio, rogato il 16 febbraio 1685 dal notaio Angelo Falzini di Osimo e ribadita nel successivo codicillo al testamento del 18 dicembre 1687 per gli atti del notaio osimano Domizio Matteucci, precisandosi di aumentare il numero delle religiose fino alla massima capienza supportata dalle suddette rendite ereditarie. Anche Muzio, come lo zio, venne introdotto alla carriera militare ricoprendo il grado di sergente maggiore nella Provincia di Romagna e nella Marca del Tronto.
Con la morte, senza eredi naturali, dell'ultimo membro di casa Campana, Scipione (fratello di Muzio e nipote di Federico), avvenuta nell'anno 1698, si diede principio all'esecuzione delle volontà testamentarie di Federico e Muzio, devolvendosi il palazzo e tutti i beni Campana in favore del suddetto pio sodalizio osimano al quale spettava la precisa finalità di istituire il desiderato monastero di Cappuccine all'interno della fabbrica dello stesso palazzo. Tuttavia, come si vedrà, tale "desiderata" non poté essere realizzato, commutandosi in un'altra opera di beneficenza che portò, sempre in Osimo, all'erezione di un nuovo collegio per i giovani del luogo al quale, in seguito, verrà aggregato il locale Seminario Vescovile.
Nel corso del XVI secolo si distinsero, soprattutto, nel campo della letteratura e della cultura grazie ai fratelli Cino e Fabrizio. Il primo, aggregato all’Accademia dei Catenati di Macerata, venne nominato avvocato concistoriale da papa Sisto V e successivamente innalzato a lettore presso la pontificia Università di Roma. Si contraddistinse come “principe degli interpreti, capace di spiegare i testi con ammirevole sottigliezza non disgiunta da limpida esposizione”, mediante, anche, la pubblicazione di alcune celebri opere tra cui: "In laudem Pauli IV" ed "Homeliae seu sermones tres ed Oratio in laudem sancti Hyacinthi". Alla penna del fratello Fabrizio, definito dallo storico Luigi Martorelli, “gentiluomo di molta erudizione”, si ricorda il trattato "De la vita civile overo del senno libri dieci". Dall’anno 1619 fino all’anno 1623, Fabrizio compare tra gli ospiti contribuenti del locale Seminario Vescovile.
Nel corso del XVII secolo la famiglia Campana fu, invece, rappresentata ai maggiori livelli dai militi cavalieri Federico e dal nipote Muzio. Proprio a questi due personaggi, insieme a Stefano (fratello di Federico e padre di Muzio) e Scipione (figlio di Stefano e fratello di Muzio) sono principalmente dedicate le residuali carte dell'archivio della famiglia Campana. In alcuni documenti viene citata anche la sorella di Muzio e Scipione, Olimpia, andata in sposa al conte Orazio Guarnieri di Osimo.
Federico Campana, dopo aver prestato servizio per i reali di Spagna in Germania e nelle Fiandre, fu nominato commissario della cavalleria pontificia per le legazioni della Romagna, finendo la propria carriera militare con il grado di vice castellano della fortezza di Ancona. Nel proprio testamento, rogato dal notaio Annibale Rampa di Sant’Arcangelo il 20 luglio 1643, stabilì, qualora l’asse mascolino ed ereditario della famiglia si fosse estinto, di devolvere tutti i suoi ingenti beni in favore della compagnia della Morte di Osimo, canonicamente eretta presso la chiesa osimana di Santa Maria di Piazza, con la precisa finalità di fondare e mantenere, in città, un nuovo monastero di Cappuccine con almeno quindici religiose. Tale clausola venne confermata anche nel successivo testamento del nipote Muzio, rogato il 16 febbraio 1685 dal notaio Angelo Falzini di Osimo e ribadita nel successivo codicillo al testamento del 18 dicembre 1687 per gli atti del notaio osimano Domizio Matteucci, precisandosi di aumentare il numero delle religiose fino alla massima capienza supportata dalle suddette rendite ereditarie. Anche Muzio, come lo zio, venne introdotto alla carriera militare ricoprendo il grado di sergente maggiore nella Provincia di Romagna e nella Marca del Tronto.
Con la morte, senza eredi naturali, dell'ultimo membro di casa Campana, Scipione (fratello di Muzio e nipote di Federico), avvenuta nell'anno 1698, si diede principio all'esecuzione delle volontà testamentarie di Federico e Muzio, devolvendosi il palazzo e tutti i beni Campana in favore del suddetto pio sodalizio osimano al quale spettava la precisa finalità di istituire il desiderato monastero di Cappuccine all'interno della fabbrica dello stesso palazzo. Tuttavia, come si vedrà, tale "desiderata" non poté essere realizzato, commutandosi in un'altra opera di beneficenza che portò, sempre in Osimo, all'erezione di un nuovo collegio per i giovani del luogo al quale, in seguito, verrà aggregato il locale Seminario Vescovile.
Luoghi
Condizione giuridica
Funzioni, occupazioni e attività
Mandato/Fonti normative
Struttura amministrativa/Genealogia
Contesto generale
Area delle relazioni
Area dei punti di accesso
Occupazioni
Area di controllo
Codice identificativo del record d’autorità
IT-IC-FC1
Codici identificativi delle istituzioni responsabili
Norme e/o convenzioni
- Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità.
- Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione.
Grado di elaborazione
Finale
Livello di completezza
Intermedio
Data/e della descrizione
Lingua/e
Scrittura/e
Fonti
A. NICCOLI, "Il Campana. Aspetti giuridici e istituzionali dalla nascita ai giorni d'oggi", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 1999.
C. GRILLANTINI, "Storia di Osimo", Osimo, Fondazione Don Carlo, 2006.
L. EGIDI, "Il palazzo e l'istituto Campana", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 2013.
"Il Campana, trecento anni di storia", a cura di G. LAVAGNOLI, Ancona, Affinità elettive, 2016.
C. GRILLANTINI, "Storia di Osimo", Osimo, Fondazione Don Carlo, 2006.
L. EGIDI, "Il palazzo e l'istituto Campana", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 2013.
"Il Campana, trecento anni di storia", a cura di G. LAVAGNOLI, Ancona, Affinità elettive, 2016.
Note sulla compilazione
Creazione: Massimo Bonifazi in data 18 maggio 2018
Compilazione: Massimo Bonifazi in data 18 maggio 2018
Compilazione: Massimo Bonifazi in data 18 maggio 2018