Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
IT IC SCC
Denominazione o titolo
Seminario e Collegio Campana
Data/e
- 1483 - 1994 (Creazione)
Livello di descrizione
Fondo
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Il fondo è costituito da 1246 unità archivistiche.
Consistenza: pergamene 49, registri cartacei 771, fascicoli rilegati cartacei 81, mazzi di fascicoli cartacei rilegati 8, filze cartacee 29, fascicoli sciolti cartacei 308.
Consistenza: pergamene 49, registri cartacei 771, fascicoli rilegati cartacei 81, mazzi di fascicoli cartacei rilegati 8, filze cartacee 29, fascicoli sciolti cartacei 308.
Area delle informazioni sul contesto
Nome del soggetto produttore
(1710 - 1984)
Storia istituzionale/amministrativa
Avvenuta nell'anno 1715 la transazione tra la compagnia della Morte di Osimo ed il fidecommesso Giambattista Casali, per intercessione del vescovo cardinale Orazio Filippo Spada, venne spedito il rescritto della sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari che autorizzava il pio sodalizio osimano ad erigere, in Osimo, un nuovo Collegio presso il palazzo dell'estinta famiglia Campana. Nella disposizione si ordinava anche la contestuale unione del novello istituto con il preesistente Seminario Vescovile di Osimo. Di fatti il Seminario osimano, dall’anno della sua erezione (1564) per volere del vescovo osimano Bernardino de Cuppis, non aveva ancora trovato in città un’adeguata sede, passando dalla canonica di Santa Maria di Piazza (1592) ad una casa di proprietà degli eredi Scampa, vicina alla chiesa parrocchiale di San Bartolomeo (1594) per trasferirsi, infine, in un’altra abitazione acquistata dal signor Metello Leopardi ed ubicata presso la chiesa di San Sebastiano (1597) ove vi rimase per circa 122 anni.
Tuttavia, prima che il collegio iniziasse il proprio regolare funzionamento, dagli amministratori pro tempore fu provveduto all’attuazione di alcuni adempimenti preliminari. Per prima cosa fu necessario accertarsi a quanto ammontava la rendita annua dell’asse ereditario Campana, stimato in circa scudi 500 annui. In seconda battuta si determinò il numero (quattro) degli alunni convittori, successivamente appellati “Campani”, che avrebbero potuto godere, annualmente, del posto gratuito. Si stabilì, inoltre, che la scelta dei beneficiari sarebbe dovuta ricaduta sul vescovo, sul governatore, sul podestà, sul gonfaloniere della comunità, sul decano dei canonici e dei dottori e su quattro persone legate alla famiglia Campana da vincoli di parentela, così come disposto nei testamenti di Federico e Muzio Campana (sebbene quest'ultima indicazione fosse stata data dai due pii testatori in riferimento all'originaria "voluntas" legata all'erigendo monastero).
Nel frattempo iniziarono i necessari lavori di trasformazione della fabbrica del palazzo finalizzati a renderlo maggiormente idoneo ad ospitare una siffatta istituzione e ad accogliere un numero sempre maggiore di studenti tra collegali-convittori e seminaristi. I lavori di ristrutturazione, eseguiti su progetto dell’architetto e perito maceratese Francesco Antonio Pucciarini, si protrassero per tre anni. Per l’ampliamento della fabbrica furono acquistate e demolite anche alcune case attigue rendendo, così, possibile la costruzione di un nuovo corpo del palazzo.
Terminati i lavori, il nuovo Collegio-Seminario Campana venne solennemente inaugurato dal cardinale Spada nell'anno 1718, seppure il suo funzionamento iniziò ufficialmente nel mese di novembre di quello stesso anno. Il 12 maggio 1719 fu tenuta la prima congregazione finalizzata all’elezione dei primi quattro alunni “Campani”, i quali dovevano provenire dalla città di Osimo, od almeno dalla sua diocesi.
La vita amministrativa e giuridica dell’istituto era normalizzata dalle prime costituzioni emanate dal vescovo Spada le quali furono canonicamente approvate dalla sacra Congregazione il 13 novembre 1716. In queste si stabiliva, tra l’altro, la netta separazione giuridica tra il novello Convitto ed il preesistente Seminario, anche per quanto concerneva l’amministrazione dei beni patrimoniali. Alla guida dell'ente Seminario Collegio Campana vi era un rettore affiancato da due canonici deputati, uno dei quali chiamato a gestire le casse dei due istituti con il titolo di economo. Anche i maestri erano comuni tanto al Seminario, quanto al Collegio. L’età minima per poter accedere al Collegio era di dodici anni compiuti, mentre l’età massima era di quattordici. Mentre l’età massima di permanenza era di anni venti per i convittori e di venticinque anni per i seminaristi.
Relativamente alle funzioni religiose alle quali gli ospiti del Seminario e Collegio Campana erano chiamati a partecipare, il presule volle che fossero celebrate presso la chiesa cattedrale e non più presso la vicina chiesa parrocchiale di Santa Lucia. L’attivismo del cardinale Spada si dimostrò anche nel dotare, a proprie spese, il nuovo istituto culturale e religioso di ornamenti e suppellettili, "per suo maggior decoro", con speciale attenzione rivolta alla commissione di opere pittoriche tra cui il ritratto del milite Federico Campana.
Nella congregazione del 19 maggio 1729 venne stabilita l’accoglienza, in qualità di convittori, anche di giovani provenienti da famiglie nobili non originarie di Osimo, purché residenti entro i confini diocesani. Mentre all’anno 1731 risale l’istituzione del pio legato Barbarossa eretto in favore del Collegio Campana con l'obbligo di accogliere, come convittori, tre giovani discendenti della linea maschile di detta famiglia.
Nell’anno 1734 il nuovo vescovo osimano, il cardinale Giacomo Lanfredini, elevò san Luigi Gonzaga al ruolo di protettore del Collegio Campana la cui amministrazione, sempre per volere del suddetto presule, venne unita a quella del Seminario con la sola condizione di ammettere gratuitamente quattro giovani senza, però, l'obbligo di abbracciare lo stato ecclesiastico.
All’anno 1829 risale la stesura di un nuovo programma emanato dal vescovo cardinale Benvenuti in favore del Collegio-Convitto osimano, regolamento che rimase in vigore fino all’Unità d’Italia, quando, in virtù del regio decreto Valerio dell’anno 1861, l’influenza dell’autorità municipale sul Collegio divenne preponderante rispetto a quella ecclesiastica, con la conseguente emanazione di un nuovo regolamento (1876) in occasione della trasformazione del Collegio Campana in ente morale. Nel 1861 era stata, intanto, già decretata la nuova separazione dei beni dell’eredità Campana da quelli del Seminario e il ritorno a due separate amministrazioni, con il contestuale trasferimento delle rendite Campana in favore dell’autorità municipale di Osimo che, per l'occasione, deliberò l’a sua trasformazione in un Collegio Convitto Nazionale. Di questo delicato passaggio istituzionale, culminato in una lunga vertenza civile, le carte d’archivio ne danno piena testimonianza. Lo statuto dell’anno 1876 rimase in vigore fino all’anno 1928 quando, con regio decreto del 27 luglio, venne approvato un nuovo testo statutario che rimase vigente fino all’anno 1984.
Tuttavia, prima che il collegio iniziasse il proprio regolare funzionamento, dagli amministratori pro tempore fu provveduto all’attuazione di alcuni adempimenti preliminari. Per prima cosa fu necessario accertarsi a quanto ammontava la rendita annua dell’asse ereditario Campana, stimato in circa scudi 500 annui. In seconda battuta si determinò il numero (quattro) degli alunni convittori, successivamente appellati “Campani”, che avrebbero potuto godere, annualmente, del posto gratuito. Si stabilì, inoltre, che la scelta dei beneficiari sarebbe dovuta ricaduta sul vescovo, sul governatore, sul podestà, sul gonfaloniere della comunità, sul decano dei canonici e dei dottori e su quattro persone legate alla famiglia Campana da vincoli di parentela, così come disposto nei testamenti di Federico e Muzio Campana (sebbene quest'ultima indicazione fosse stata data dai due pii testatori in riferimento all'originaria "voluntas" legata all'erigendo monastero).
Nel frattempo iniziarono i necessari lavori di trasformazione della fabbrica del palazzo finalizzati a renderlo maggiormente idoneo ad ospitare una siffatta istituzione e ad accogliere un numero sempre maggiore di studenti tra collegali-convittori e seminaristi. I lavori di ristrutturazione, eseguiti su progetto dell’architetto e perito maceratese Francesco Antonio Pucciarini, si protrassero per tre anni. Per l’ampliamento della fabbrica furono acquistate e demolite anche alcune case attigue rendendo, così, possibile la costruzione di un nuovo corpo del palazzo.
Terminati i lavori, il nuovo Collegio-Seminario Campana venne solennemente inaugurato dal cardinale Spada nell'anno 1718, seppure il suo funzionamento iniziò ufficialmente nel mese di novembre di quello stesso anno. Il 12 maggio 1719 fu tenuta la prima congregazione finalizzata all’elezione dei primi quattro alunni “Campani”, i quali dovevano provenire dalla città di Osimo, od almeno dalla sua diocesi.
La vita amministrativa e giuridica dell’istituto era normalizzata dalle prime costituzioni emanate dal vescovo Spada le quali furono canonicamente approvate dalla sacra Congregazione il 13 novembre 1716. In queste si stabiliva, tra l’altro, la netta separazione giuridica tra il novello Convitto ed il preesistente Seminario, anche per quanto concerneva l’amministrazione dei beni patrimoniali. Alla guida dell'ente Seminario Collegio Campana vi era un rettore affiancato da due canonici deputati, uno dei quali chiamato a gestire le casse dei due istituti con il titolo di economo. Anche i maestri erano comuni tanto al Seminario, quanto al Collegio. L’età minima per poter accedere al Collegio era di dodici anni compiuti, mentre l’età massima era di quattordici. Mentre l’età massima di permanenza era di anni venti per i convittori e di venticinque anni per i seminaristi.
Relativamente alle funzioni religiose alle quali gli ospiti del Seminario e Collegio Campana erano chiamati a partecipare, il presule volle che fossero celebrate presso la chiesa cattedrale e non più presso la vicina chiesa parrocchiale di Santa Lucia. L’attivismo del cardinale Spada si dimostrò anche nel dotare, a proprie spese, il nuovo istituto culturale e religioso di ornamenti e suppellettili, "per suo maggior decoro", con speciale attenzione rivolta alla commissione di opere pittoriche tra cui il ritratto del milite Federico Campana.
Nella congregazione del 19 maggio 1729 venne stabilita l’accoglienza, in qualità di convittori, anche di giovani provenienti da famiglie nobili non originarie di Osimo, purché residenti entro i confini diocesani. Mentre all’anno 1731 risale l’istituzione del pio legato Barbarossa eretto in favore del Collegio Campana con l'obbligo di accogliere, come convittori, tre giovani discendenti della linea maschile di detta famiglia.
Nell’anno 1734 il nuovo vescovo osimano, il cardinale Giacomo Lanfredini, elevò san Luigi Gonzaga al ruolo di protettore del Collegio Campana la cui amministrazione, sempre per volere del suddetto presule, venne unita a quella del Seminario con la sola condizione di ammettere gratuitamente quattro giovani senza, però, l'obbligo di abbracciare lo stato ecclesiastico.
All’anno 1829 risale la stesura di un nuovo programma emanato dal vescovo cardinale Benvenuti in favore del Collegio-Convitto osimano, regolamento che rimase in vigore fino all’Unità d’Italia, quando, in virtù del regio decreto Valerio dell’anno 1861, l’influenza dell’autorità municipale sul Collegio divenne preponderante rispetto a quella ecclesiastica, con la conseguente emanazione di un nuovo regolamento (1876) in occasione della trasformazione del Collegio Campana in ente morale. Nel 1861 era stata, intanto, già decretata la nuova separazione dei beni dell’eredità Campana da quelli del Seminario e il ritorno a due separate amministrazioni, con il contestuale trasferimento delle rendite Campana in favore dell’autorità municipale di Osimo che, per l'occasione, deliberò l’a sua trasformazione in un Collegio Convitto Nazionale. Di questo delicato passaggio istituzionale, culminato in una lunga vertenza civile, le carte d’archivio ne danno piena testimonianza. Lo statuto dell’anno 1876 rimase in vigore fino all’anno 1928 quando, con regio decreto del 27 luglio, venne approvato un nuovo testo statutario che rimase vigente fino all’anno 1984.
Istituto conservatore
Storia archivistica
La documentazione contraddistinta dal numero di corda 1 fino al numero 561 è stata già oggetto di riordinamento e descrizione archivistica nel pregresso intervento dell'Egidi. Mentre i documenti che vanno dal numero di corda 562 fino al numero 614 sono stati, per la prima volta, riordinati, schedati ed inventariati in occasione di questo nuovo intervento archivistico.
Relativamente ad altri, precedenti, strumenti di corredo, è stata riscontrata l'esistenza di un registro titolato "Archivio di tutti gl'interessi del venerabile Seminario e Collegio Campana insieme uniti con l'indicazione degli istrumenti di tutti e singoli contratti registrati appartenenti al medesimo Seminario e Collegio formato nel presente anno 1753" e la novecentesca rubrica, non titolata, sulla quale vengono riportati e repertoriati, in ordine alfabetico, i titoli di classificazione di diversi affari e pratiche spettanti al Collegio Convitto Campana di Osimo. La classificazione presente in questa rubrica trova riscontro su le originali camicie cartacee che condizionano alcune novecentesche pratiche amministrative.
Diversi documenti risalenti ai secoli XVII e XVIII, così come già segnalato nell'inventario Egidi, presentano una precedente segnatura alfanumerica la quale, però, non rimanda ad alcun pregresso strumento di corredo. Secondo l'Egidi tale numerazione fu applicata nel corso del XVIII secolo, precisando: "Per quanto riguarda precedenti inventariazioni, è abbastanza evidente che soltanto una parte del materiale attualmente sistemato nelle prime 26 buste sia stato oggetto nel passato di un ordinamento, forse ad opera dell'arciprete don Domenico Angelelli (1715-1793), come dimostra il carattere delle segnature archivistiche presenti in molte carte e rappresentate da lettere alfabetiche e numeri arabi o romani. Purtroppo però non è stato possibile utilizzare tale classificazione, lacunosa e disordinata, per ripristinare l'originario ordinamento". "L'Angelelli, - continua l'Egidi - autore delle "Memorie istoriche concernenti l'istituzione del Seminario e Collegio Campana, era stato vicario generale dei vescovi Campagnoni e Calcagnini nonché direttore spirituale del Seminario e Collegio Campana".
Relativamente ad altri, precedenti, strumenti di corredo, è stata riscontrata l'esistenza di un registro titolato "Archivio di tutti gl'interessi del venerabile Seminario e Collegio Campana insieme uniti con l'indicazione degli istrumenti di tutti e singoli contratti registrati appartenenti al medesimo Seminario e Collegio formato nel presente anno 1753" e la novecentesca rubrica, non titolata, sulla quale vengono riportati e repertoriati, in ordine alfabetico, i titoli di classificazione di diversi affari e pratiche spettanti al Collegio Convitto Campana di Osimo. La classificazione presente in questa rubrica trova riscontro su le originali camicie cartacee che condizionano alcune novecentesche pratiche amministrative.
Diversi documenti risalenti ai secoli XVII e XVIII, così come già segnalato nell'inventario Egidi, presentano una precedente segnatura alfanumerica la quale, però, non rimanda ad alcun pregresso strumento di corredo. Secondo l'Egidi tale numerazione fu applicata nel corso del XVIII secolo, precisando: "Per quanto riguarda precedenti inventariazioni, è abbastanza evidente che soltanto una parte del materiale attualmente sistemato nelle prime 26 buste sia stato oggetto nel passato di un ordinamento, forse ad opera dell'arciprete don Domenico Angelelli (1715-1793), come dimostra il carattere delle segnature archivistiche presenti in molte carte e rappresentate da lettere alfabetiche e numeri arabi o romani. Purtroppo però non è stato possibile utilizzare tale classificazione, lacunosa e disordinata, per ripristinare l'originario ordinamento". "L'Angelelli, - continua l'Egidi - autore delle "Memorie istoriche concernenti l'istituzione del Seminario e Collegio Campana, era stato vicario generale dei vescovi Campagnoni e Calcagnini nonché direttore spirituale del Seminario e Collegio Campana".
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
Nel presente fondo sono stati raccolti e descritti tutti i documenti ed i carteggi relativi alla vita istituzionale, giuridica, amministrativa ed economica del Seminario e Collegio Campana di Osimo, dall'epoca della sua canonica erezione, avvenuta alla fine del primo decennio del XVIII secolo fino alla fine del XIX secolo. A quel periodo, infatti, risale la separazione giuridica ed amministrativa del Collegio Campana dal Seminario Vescovile di Osimo, così come decretato dal vescovo osimano Mauri. Pur modificandosi gli assetti verticistici ed amministrativi dell'ente, con l'estromissione degli ecclesiastici (solitamente canonici) deputati alla guida del Seminario, l'ente Campana non modificò la propria struttura ed articolazione istituzionale, giuridica ed amministrativa. Alla guida dell'ente venne, infatti, mantenuto il rettore coadiuvato da un economo, da un segretario e da un nutrito numero di impiegati ed inservienti.
Tale linearità funzionale ed istituzionale è pienamente rispecchiata dalla sedimentazione delle carte d'archivio che vedono susseguirsi, senza drastiche cesure, atti e documenti creati dall'ente Seminario e Collegio con quelli, successivamente, prodotti dall'ente Collegio Convitto.
Alcune serie, poi, terminano con la recente documentazione prodotta dall'Istituto Campana per l'Istruzione Permanete che ereditò, dalla fine del XX secolo, la storia istituzionale, giuridica, amministrativa ed archivistica dei suddetti enti.
Altre serie, invece, si aprono con antichi documenti spettanti al solo ente Seminario Vescovile di Osimo e posti in essere prima della sua unione al Collegio Campana. L'inventariazione di queste carte è risultata fondamentale per integrare e completare l'inventario del fondo "Seminario Vescovile di Osimo", conservato presso l'Archivio Storico Diocesano di Ancona-Osimo, sezione di Osimo e già riordinato ed inventariato dal sottoscritto nell'ambito del progetto nazionale Cei-Ar promosso dall'Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici (UNBCE) della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
All'inizio della struttura del fondo sono state posizionate tutte quelle serie che conservano gli atti istituzionali di primaria importanza, certificanti la "potestas" giuridica ed istituzionale dell'ente.
Dopo la raccolta del fondo diplomatico pergamenaceo sono stati descritti gli statuti ed i regolamenti che nel corso dei secoli hanno normalizzato ed istituzionalizzato la vita giuridica, amministrativa, religiosa e scolastica dell'ente Campana. Seguono, subito dopo, le patenti ed i privilegi concessi da diverse autorità superiori in grado di testimoniare l'importanza assunta dall'ente nel panorama civile e religioso osimano. Più strettamente collegata alla vita religiosa dell'istituzione Campana sono i residuali atti e decreti di sacra visita emanati dai presuli osimani in favore del Seminario e dell'oratorio privato eretto all'interno di palazzo.
Di primaria importanza sono, anche, i libri delle congregazioni che coprono un arco cronologico che va dalla metà, circa, del XVIII secolo fino alla seconda metà del XX secolo. Al loro interno è possibile, infatti, evincere le principali risoluzioni prese dagli organi direttivi dell'ente Campana. Di questi organi, indicati con le diverse nomenclature di "Consiglio Direttivo" e di "Consiglio di Amministrazione", esiste un nutrito numero di documenti ed di atti capaci di certificare le loro funzioni, organigrammi, diritti e doveri. Alla fine del XX secolo risalgono i carteggi dedicati all'istituzione dell'Organo Collegiale di Tutela e della Commissione Consultiva.
Segue, poi, l'inventariazione delle diverse scritture notarili (soprattutto atti di compravendita, nolo, permuta o donazione) fondamentali per la ricostruzione storica della dotazione patrimoniale e finanziaria dell'ente. Allo stesso modo risultano fondamentali le tante scritture private ed i tanti contratti di affitto stipulati con i conduttori delle varie possidenze urbane e fondiarie Campana.
Procedono, poi, quelle serie che ospitano carte e documenti dedicati alle funzioni puramente didattiche e formative dell'ente (programmi, orari e corsi scolastici), come anche allo stato di servizio dei diversi istitutori, maestri, impiegati ed inservienti posti in pianta organica, dei quali esistono veri e propri fascicoli personali.
Fascicoli personali esistono, anche, dei tanti seminaristi e collegiali ospiti della struttura, assieme ai registri delle loro presenza e dei loro rendimenti scolastici.
A certificare e testimoniare i rapporti tanto istituzionali, quanto privati, allacciati dall'ente Campana con molteplici enti e soggetti pubblici o privati di Osimo, e non solo, sono le diverse suppliche, esposti, informative, lettere, missive e minute formanti la corrispondenza Campana.
Segue, poi, la consistente documentazione amministrativa e contabile. Oltre alle tante pezze e note contabili, conti a saldo, fatture e bollette prodotte e raccolte in occasione della redazione dei bilanci annuali, si trovano conservati, anche, diversi specchi contabili, ristretti di bilancio, piani finanziari, note patrimoniali e finanziarie, note di censi, contratti di forniture, pratiche per mutui e polizze assicurative. Per le dotazioni finanziarie e patrimoniali risultano, invece, fondamentali i tanti inventari ed elenchi dei beni mobili ed immobili che spaziano dalla prima metà del XVIII secolo fino alla prima metà del XX secolo. Tra questi figurano, pure, alcuni elenchi dei libri della biblioteca Campana, istituzione culturale oggetto, anche, di alcune pratiche amministrative.
Di uguale rilevanza sono i carteggi interlocutori ed i documenti progettuali dedicati ai lavori di restauro e di sistemazione svolti tra l'anno 1932 e l'anno 1939 all'interno della fabbrica di palazzo Campana, dei quali esiste tutta una serie di planimetrie, piante e prospetti. Similmente esistono ancora in archivio diverse mappe catastali, planimetrie e cabrei, alcuni dei quali finemente acquarellati, realizzati dalla seconda metà del XVI secolo fino alla seconda metà del XX secolo e raffiguranti le tante possidenze agricole appartenute all'ente Campana. Queste non sono le uniche mappe e tavole conservate in archivio. Esistono, infatti, molte incisioni e disegni (la maggior parte dei quali, quasi sicuramente, portati ad Osimo dal Molin) eseguiti nei secoli XVII, XVIII e XIX e raffiguranti soggetti architettonici (piante, facciate, fronti, spaccati, sezioni e particolari ornamentali) di edifici sacri e civili. Queste tavole, oltre a svolgere una funzione puramente ornamentale, dovettero servire come modelli o bozzetti preparatori per il corso di architettura presente nel programma scolastico del Campana. Non a caso molti sono i disegni eseguiti e firmati da alunni convittori Campana ospiti nel corso del XIX secolo.
Vengono poi descritte le diverse carte giudiziarie prodotte ed esibite in occasione delle diverse vertenze civili sostenute dall'ente Campana. Tra queste si segnala il carteggio legale risalente alla seconda metà del XIX secolo e dedicato alla lunga vertenza che vide contrapposti il Seminario di Osimo, affiancata dall'ordinario diocesano, contro il Collegio Convitto Campana, appoggiato dal municipio di Osimo che nel frattempo ne aveva assunto la momentanea gestione. La causa, nata in occasione della scissione amministrativa e patrimoniale dei due enti, fu definitivamente chiusa con la sentenza emessa dal Regio Tribunale Civile di Ancona nell'anno 1895, sebbene solo nell'anno 1899 si diede piena esecuzione alla sentenza. In questa circostanza si realizzò la netta separazione tra la biblioteca del Seminario da quella del Collegio Convitto Campana.
Seguono, poi, le serie ospitanti i molteplici libri di amministrazione e di contabilità prodotti dalla prima metà del XVII secolo fino alla seconda metà del XX secolo. La presenza di differenti tipologie di registri (libri mastri, libri degli introiti ed esiti, giornali di cassa, libri dei depositi e libri delle rette) riflettono la complessità e l'articolazione organizzativa e finanziaria dell'ente. Tuttavia sono sopratutto i consistenti registri dei conti colonici e del bestiame, unitamente a quelli dei magazzini, ad evidenziare la primaria fonte di reddito dell'ente, legata al possedimento di colonie agrarie, terreni agricoli e capi di bestiame disseminati tra i territori di Osimo, Staffolo, Montefano e Cingoli. Queste possidenze erano condotte tanto a nolo, quanto a mezzadria, da coloni ed affittuari posti sotto la supervisione di un agente di campagna di diretta nomina dell'amministrazione Campana.
Chiudono la struttura del fondo due parti. La prima dedicata all'archivio dell'Azienda Agraria Campana con atti e documenti amministrativi e contabili risalenti al XX secolo. L'altra all'archivio del Teatrino Campana, con carte a partire dalla seconda metà del XVIII secolo fino alla seconda metà del XIX scolo, tra cui un nutrito numero di partiture teatrali manoscritte direttamente utilizzate dagli stessi seminaristi e convittori durante le diverse rappresentazioni teatrali allestita presso il teatrino edificato all'interno di palazzo Campana.
Tale linearità funzionale ed istituzionale è pienamente rispecchiata dalla sedimentazione delle carte d'archivio che vedono susseguirsi, senza drastiche cesure, atti e documenti creati dall'ente Seminario e Collegio con quelli, successivamente, prodotti dall'ente Collegio Convitto.
Alcune serie, poi, terminano con la recente documentazione prodotta dall'Istituto Campana per l'Istruzione Permanete che ereditò, dalla fine del XX secolo, la storia istituzionale, giuridica, amministrativa ed archivistica dei suddetti enti.
Altre serie, invece, si aprono con antichi documenti spettanti al solo ente Seminario Vescovile di Osimo e posti in essere prima della sua unione al Collegio Campana. L'inventariazione di queste carte è risultata fondamentale per integrare e completare l'inventario del fondo "Seminario Vescovile di Osimo", conservato presso l'Archivio Storico Diocesano di Ancona-Osimo, sezione di Osimo e già riordinato ed inventariato dal sottoscritto nell'ambito del progetto nazionale Cei-Ar promosso dall'Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici (UNBCE) della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
All'inizio della struttura del fondo sono state posizionate tutte quelle serie che conservano gli atti istituzionali di primaria importanza, certificanti la "potestas" giuridica ed istituzionale dell'ente.
Dopo la raccolta del fondo diplomatico pergamenaceo sono stati descritti gli statuti ed i regolamenti che nel corso dei secoli hanno normalizzato ed istituzionalizzato la vita giuridica, amministrativa, religiosa e scolastica dell'ente Campana. Seguono, subito dopo, le patenti ed i privilegi concessi da diverse autorità superiori in grado di testimoniare l'importanza assunta dall'ente nel panorama civile e religioso osimano. Più strettamente collegata alla vita religiosa dell'istituzione Campana sono i residuali atti e decreti di sacra visita emanati dai presuli osimani in favore del Seminario e dell'oratorio privato eretto all'interno di palazzo.
Di primaria importanza sono, anche, i libri delle congregazioni che coprono un arco cronologico che va dalla metà, circa, del XVIII secolo fino alla seconda metà del XX secolo. Al loro interno è possibile, infatti, evincere le principali risoluzioni prese dagli organi direttivi dell'ente Campana. Di questi organi, indicati con le diverse nomenclature di "Consiglio Direttivo" e di "Consiglio di Amministrazione", esiste un nutrito numero di documenti ed di atti capaci di certificare le loro funzioni, organigrammi, diritti e doveri. Alla fine del XX secolo risalgono i carteggi dedicati all'istituzione dell'Organo Collegiale di Tutela e della Commissione Consultiva.
Segue, poi, l'inventariazione delle diverse scritture notarili (soprattutto atti di compravendita, nolo, permuta o donazione) fondamentali per la ricostruzione storica della dotazione patrimoniale e finanziaria dell'ente. Allo stesso modo risultano fondamentali le tante scritture private ed i tanti contratti di affitto stipulati con i conduttori delle varie possidenze urbane e fondiarie Campana.
Procedono, poi, quelle serie che ospitano carte e documenti dedicati alle funzioni puramente didattiche e formative dell'ente (programmi, orari e corsi scolastici), come anche allo stato di servizio dei diversi istitutori, maestri, impiegati ed inservienti posti in pianta organica, dei quali esistono veri e propri fascicoli personali.
Fascicoli personali esistono, anche, dei tanti seminaristi e collegiali ospiti della struttura, assieme ai registri delle loro presenza e dei loro rendimenti scolastici.
A certificare e testimoniare i rapporti tanto istituzionali, quanto privati, allacciati dall'ente Campana con molteplici enti e soggetti pubblici o privati di Osimo, e non solo, sono le diverse suppliche, esposti, informative, lettere, missive e minute formanti la corrispondenza Campana.
Segue, poi, la consistente documentazione amministrativa e contabile. Oltre alle tante pezze e note contabili, conti a saldo, fatture e bollette prodotte e raccolte in occasione della redazione dei bilanci annuali, si trovano conservati, anche, diversi specchi contabili, ristretti di bilancio, piani finanziari, note patrimoniali e finanziarie, note di censi, contratti di forniture, pratiche per mutui e polizze assicurative. Per le dotazioni finanziarie e patrimoniali risultano, invece, fondamentali i tanti inventari ed elenchi dei beni mobili ed immobili che spaziano dalla prima metà del XVIII secolo fino alla prima metà del XX secolo. Tra questi figurano, pure, alcuni elenchi dei libri della biblioteca Campana, istituzione culturale oggetto, anche, di alcune pratiche amministrative.
Di uguale rilevanza sono i carteggi interlocutori ed i documenti progettuali dedicati ai lavori di restauro e di sistemazione svolti tra l'anno 1932 e l'anno 1939 all'interno della fabbrica di palazzo Campana, dei quali esiste tutta una serie di planimetrie, piante e prospetti. Similmente esistono ancora in archivio diverse mappe catastali, planimetrie e cabrei, alcuni dei quali finemente acquarellati, realizzati dalla seconda metà del XVI secolo fino alla seconda metà del XX secolo e raffiguranti le tante possidenze agricole appartenute all'ente Campana. Queste non sono le uniche mappe e tavole conservate in archivio. Esistono, infatti, molte incisioni e disegni (la maggior parte dei quali, quasi sicuramente, portati ad Osimo dal Molin) eseguiti nei secoli XVII, XVIII e XIX e raffiguranti soggetti architettonici (piante, facciate, fronti, spaccati, sezioni e particolari ornamentali) di edifici sacri e civili. Queste tavole, oltre a svolgere una funzione puramente ornamentale, dovettero servire come modelli o bozzetti preparatori per il corso di architettura presente nel programma scolastico del Campana. Non a caso molti sono i disegni eseguiti e firmati da alunni convittori Campana ospiti nel corso del XIX secolo.
Vengono poi descritte le diverse carte giudiziarie prodotte ed esibite in occasione delle diverse vertenze civili sostenute dall'ente Campana. Tra queste si segnala il carteggio legale risalente alla seconda metà del XIX secolo e dedicato alla lunga vertenza che vide contrapposti il Seminario di Osimo, affiancata dall'ordinario diocesano, contro il Collegio Convitto Campana, appoggiato dal municipio di Osimo che nel frattempo ne aveva assunto la momentanea gestione. La causa, nata in occasione della scissione amministrativa e patrimoniale dei due enti, fu definitivamente chiusa con la sentenza emessa dal Regio Tribunale Civile di Ancona nell'anno 1895, sebbene solo nell'anno 1899 si diede piena esecuzione alla sentenza. In questa circostanza si realizzò la netta separazione tra la biblioteca del Seminario da quella del Collegio Convitto Campana.
Seguono, poi, le serie ospitanti i molteplici libri di amministrazione e di contabilità prodotti dalla prima metà del XVII secolo fino alla seconda metà del XX secolo. La presenza di differenti tipologie di registri (libri mastri, libri degli introiti ed esiti, giornali di cassa, libri dei depositi e libri delle rette) riflettono la complessità e l'articolazione organizzativa e finanziaria dell'ente. Tuttavia sono sopratutto i consistenti registri dei conti colonici e del bestiame, unitamente a quelli dei magazzini, ad evidenziare la primaria fonte di reddito dell'ente, legata al possedimento di colonie agrarie, terreni agricoli e capi di bestiame disseminati tra i territori di Osimo, Staffolo, Montefano e Cingoli. Queste possidenze erano condotte tanto a nolo, quanto a mezzadria, da coloni ed affittuari posti sotto la supervisione di un agente di campagna di diretta nomina dell'amministrazione Campana.
Chiudono la struttura del fondo due parti. La prima dedicata all'archivio dell'Azienda Agraria Campana con atti e documenti amministrativi e contabili risalenti al XX secolo. L'altra all'archivio del Teatrino Campana, con carte a partire dalla seconda metà del XVIII secolo fino alla seconda metà del XIX scolo, tra cui un nutrito numero di partiture teatrali manoscritte direttamente utilizzate dagli stessi seminaristi e convittori durante le diverse rappresentazioni teatrali allestita presso il teatrino edificato all'interno di palazzo Campana.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
Criteri di ordinamento
Si è rispettato il pregresso ordine fisico dato alle carte da Luciano Egidi in occasione della redazione del suo dettagliato elenco di consistenza titolato "Inventario dell'archivio storico del Seminario e Collegio Campana" (eccetto tutti quei documenti non coinvolti nel precedente intervento). Rispetto al lavoro di Egidi, il nuovo inventario archivistico ha prodotto una struttura "ad albero" del fondo, che è stato ricreato "ex novo" e ripartito in trentanove serie, in una raccolta (fondo pergamenaceo) ed in due parti (archivio dell'Azienda Agraria Campana ed archivio del Teatrino Campana). Di ogni unità archivistica è sempre stata registrata la pregressa segnatura, al fine di non perderne la memoria e creare l’opportuna concordanza tra il vecchio ed il nuovo strumento. Relativamente alle nuove unità archivistiche, qui inventariate per la prima volta, è stata data una segnatura progressiva e continuativa a partire dal numero di corda 562.
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Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Attraverso il software di descrizione archivistica AtoM (acronimo Access to Memory), installato sul sito dedicato agli archivi conservati dall'istituto Campana raggiungibile al sito <http://www.archiviostoricocampana.com>, è possibile accedere all'inventario del presente fondo archivistico, anche mediante indici di nomi di persona/enti/famiglie e di luoghi che ricorrono nelle descrizioni archivistiche redatte. L'attività di indicizzazione, svoltasi durante l'inventariazione del fondo, ha per ora riguardato solamente una parte dei nomi ricorrenti nelle descrizioni.
Strumenti di ricerca
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Esistenza e localizzazione degli originali
Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
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Nota
Si precisa che la documentazione descritta nel precedente inventario dell'Egidi va dal numero di corda 1 fino al numero 561 e non 661 come erroneamente riportato nel pregresso strumento di corredo.
Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Seminario Collegio Campana di Osimo (Soggetto produttore)
Punti d'accesso per genere
Area di controllo della descrizione
Codice identificativo della descrizione
Codici identificativi delle istituzioni responsabili
Norme e/o convenzioni
Grado di elaborazione
Finale
Livello di completezza
Intermedio
Date di creazione, revisione, cancellazione
06/04/2019
Lingua/e
Scrittura/e
Fonti
"Nozioni sul Collegio-Convitto Campana e suo ordinamento", Osimo, Tipografia Quercetti, 1876.
A. IPPOLITI, "Il teatrino del Collegio Campana: reminiscenze", Osimo, Tipografia V. Rossi, 1883.
"Collegio Campana di Osimo contro Istituto S. Casa di Loreto", Ancona, Stabilimento Tipografico del Commercio, 1887.
"Regolamento del collegio-convitto campana di Osimo", Osimo, Stamperia Quercetti, 1894.
COLLEGIO CAMPANA DI OSIMO, "Nobil collegio convitto Campana Osimo fondato nel 1715", Osimo, tipografia Bottega dello scolaro, 1933.
COLLEGIO CAMPANA DI OSIMO, "Riforma dello Statuto. Collegio Convitto Campana", s.l., s.n., 1974(?).
A. NICCOLI, "Il Campana. Aspetti giuridici e istituzionali dalla nascita ai giorni d'oggi", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 1999.
R. GRACIOTTI, "I collegiali in scena: storia del teatrino del Collegio Campana di Osimo, 1713-1926", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 2003.
M. MORRONI, "Un secolo del liceo Campana di Osimo. Tutti i maturi e gli insegnanti dal 1877 al 1996", Osimo, Osimo Edizioni, 2004.
C. GRILLANTINI, "Storia di Osimo", Osimo, Fondazione Don Carlo, 2006.
L. EGIDI, "Il palazzo e l'istituto Campana", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 2013.
"Il Campana, trecento anni di storia", a cura di G. LAVAGNOLI, Ancona, Affinità elettive, 2016.
A. IPPOLITI, "Il teatrino del Collegio Campana: reminiscenze", Osimo, Tipografia V. Rossi, 1883.
"Collegio Campana di Osimo contro Istituto S. Casa di Loreto", Ancona, Stabilimento Tipografico del Commercio, 1887.
"Regolamento del collegio-convitto campana di Osimo", Osimo, Stamperia Quercetti, 1894.
COLLEGIO CAMPANA DI OSIMO, "Nobil collegio convitto Campana Osimo fondato nel 1715", Osimo, tipografia Bottega dello scolaro, 1933.
COLLEGIO CAMPANA DI OSIMO, "Riforma dello Statuto. Collegio Convitto Campana", s.l., s.n., 1974(?).
A. NICCOLI, "Il Campana. Aspetti giuridici e istituzionali dalla nascita ai giorni d'oggi", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 1999.
R. GRACIOTTI, "I collegiali in scena: storia del teatrino del Collegio Campana di Osimo, 1713-1926", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 2003.
M. MORRONI, "Un secolo del liceo Campana di Osimo. Tutti i maturi e gli insegnanti dal 1877 al 1996", Osimo, Osimo Edizioni, 2004.
C. GRILLANTINI, "Storia di Osimo", Osimo, Fondazione Don Carlo, 2006.
L. EGIDI, "Il palazzo e l'istituto Campana", Osimo, Istituto Campana per l'istruzione permanente, 2013.
"Il Campana, trecento anni di storia", a cura di G. LAVAGNOLI, Ancona, Affinità elettive, 2016.
Nota dell'archivista
La descrizione è stata compilata da Massimo Bonifazi.
Metadati relativi a Oggetto digitale
Nome del file
Palazzo_Campana_IMG_01_esterno.jpg
Latitudine
Longitudine
Tipo di supporto
Immagine
Tipo MIME
image/jpeg
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4 MiB
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24 aprile 2019 08.12