Innocenzo XI

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Tipologia del soggetto produttore

Persona

Forma/e autorizzata/e del nome

Innocenzo XI

Forme parallele del nome

Forme del nome normalizzate secondo altre regole

Altre forme del nome

  • Odescalchi, Benedetto

Codici identificativi di enti

Area della descrizione

Date di esistenza

1611 mag. 19 - 1689 ago. 12

Storia

Innocenzo XI, al secolo Benedetto Odescalchi, nasce a Como il 19 maggio 1611 da una ricca famiglia di commercianti. Dottore in diritto, cardinale (6 marzo 1645), legato di Ferrara nel 1650, vescovo di Novara nel 1654, aveva già grande fama di pietà, di carità, di severità, di energia. Eletto riluttante, il 21 settembre 1676, a successore di Clemente X, porta sul trono papale la virtù e la rigidezza di un asceta. Si tiene immune da nepotismo; impone, non sempre con fortuna, modestia di vesti femminili e onestà di costume, proibisce l'usura, il giuoco, le pubbliche recite teatrali, i divertimenti carnevaleschi, fin le regate sul Tevere, che gli pargono non convenire a tempi di grande strettezza. E dà egli stesso l'esempio d'una economia rigidissima, così da migliorare le finanze dello stato, pure spendendo assai per la guerra turca e per l'approvvigionamento della città e beneficando i poveri con tanta larghezza da esserne salutato come padre. Vuole una predicazione semplice e pratica del Vangelo, insegnamento del catechismo, fervore di culto eucaristico, osservanza delle regole monastiche, preti anche pochi, ma buoni; provvede all'educazione dei fanciulli e all'assistenza spirituale dei malati; comanda retta amministrazione della giustizia. Le sue tendenze spirituali e anche le lacune nella sua cultura teologica lo rendono alquanto benevolo al giansenismo e per certo tempo non contrario alla dottrina ascetica del "quietismo" di Michele Molinos; più tardi ne riconsce il pericolo e, dopo lungo processo, la condanna (20 novembre 1687). È un deciso avversario della morale lassista; vuole, nel 1687, la elezione a generale dei gesuiti di Tirso González, contrario al "probabilismo". Si adopera molto alla conversione dei protestanti; saluta con gioia l'avvento del cattolico Giacomo II al trono d'Inghilterra, ma gli raccomanda invano prudenza e tolleranza. Energico difensore dell'autorità del pontificato, ha una quasi perpetua contesa con Luigi XIV. Egli loda "l'egregia pietà e lo zelo" del re nel reprimere il calvinismo e festeggia la revocazione dell'editto di Nantes nel 1685, pure disapprovando le violenze del re; ma vede come questi sostituisca alle eresie vecchie una nuova, l'autorità assoluta dello stato in materia religiosa. Si oppone alla estensione del diritto di regalia su tutte le diocesi di Francia e a illegittime ingerenze regie in nomine ecclesiastiche; e, quando il re fa votare dall'assemblea del clero di Francia e impone come obbligatori i quattro articoli delle libertà gallicane (marzo 1682), condanna la debolezza dei vescovi e rifiuta di preconizzare a dignità episcopale i membri dell'assemblea, pure a costo che rimanesse vacante un numero grande di sedi. Vuole poi togliere il "quartiere" degli ambasciatori in Roma, cioè il loro diritto di franchigia e di asilo, dannosissimo alla giustizia (circolare ai nunzi, 4 gennaio 1677, e bolla, 12 maggio 1687): i più degli stati cattolici consentono; ma l'oratore francese de Lavardin entra in Roma con un seguito di armati (16 novembre 1687) e si fortifica nel palazzo Farnese. Il papa considera come scomunicati non solo l'ambasciatore, ma il re ed i ministri; il re (24 settembre 1688) interpone appello al concilio su tutti i punti della contesa, occupa Avignone e il Contado Venassino, minaccia l'intervento armato contro lo stato papale. Ma principale mira di tutto il pontificato d'Innocenzo è l'unire la cristianità, anzi gli stessi popoli non cristiani dell'Oriente, in una grande impresa contro i Turchi. Il disegno fallisce per le divisioni profonde tra i cristiani, per la politica di Luigi XIV, più sollecita di abbattere gli Asburgo che di salvare la fede, per lo scarso fervore religioso di un'età troppo lontana da quella delle crociate. Innocenzo XI ha tuttavia parte nella conclusione della pace di Nimega (1678-79) e della tregua di Ratisbona (1684), ha un ruolo importante nell'alleanza fra l'imperatore e Giovanni Sobieski, re di Polonia, onde vennero la vittoria di Vienna (12 settembre 1683) e la salvezza dell'Occidente, e nell'adesione di Venezia alla Lega Santa (5 marzo 1684); contribuisce largamente alla liberazione di Buda del 1686 e alle fortunate campagne, che oppongono una diga insormontabile a nuovi tentativi dei Turchi. Alla sua morte, sopraggiunta il 12 agosto 1689, Innocenzo XI viene venerato per santo.

Luoghi

Condizione giuridica

Funzioni, occupazioni e attività

Mandato/Fonti normative

Struttura amministrativa/Genealogia

Contesto generale

Area delle relazioni

Area dei punti di accesso

Occupazioni

Area di controllo

Codice identificativo del record d’autorità

IT-IC-IXI1

Codici identificativi delle istituzioni responsabili

Norme e/o convenzioni


  • Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), regola E.1.1 Denominazione di autorità.
  • Sistema di datazione utilizzato per indicare le date nel record di autorità: Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie (NIERA), E.2.1 Date di esistenza. Normalizzazione.

Grado di elaborazione

Finale

Livello di completezza

Intermedio

Data/e della descrizione

Lingua/e

Scrittura/e

Fonti

Enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/innocenzo-xi-papa_%28Enciclopedia-Italiana%29/ consultato in data 26/03/2019.

Note sulla compilazione

Creazione: Massimo Bonifazi 26 marzo 2019.
Compilazione: Massimo Bonifazi 26 marzo 2019.
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